Bentornati vapers, ecco oggi una nostra nuova recensione su una box davvero molto performante e dalle dimensioni ridotte, nonostante il suo potente cuore pulsante.
Si tratta della Asmodus Minikin 2, una box versatile e performante dalle caratteristiche davvero interessanti come per esempio il Touch Screen.
Andiamo quindi a vedere nello specifico di cosa si tratta.
Caratteristiche Asmodus Minikin 2
Box compatta dalle linee morbide e dalle finiture di pregio, in grado di grandi prestazioni e corredata da uno schermo Touch che le dona quel tocco in più.
Caratteristiche Asmodus Minikin 2:
- Range Watt: 5.0 – 180.0W
- Wattage range (TC Mode): 5.0 – 120.0W
- Atomzzatore ohm range: 0.1 – 2.5 ohm
- Temperature control range: 212° – 572°F / 100°C – 300°C
- Richiede due batterie 18650
- Firmware aggiornabile
La Box e il suo cuore
Prima di andare nello specifico a visionare le potenzialità di questa splendida e piccola box mi duole fare una piccola premessa.
Gli amanti dello svapo estremo cercano sempre due caratteristiche in una box: che essa sia in grado di reggere resistenze spinte e quindi con un valore in ohm basso e che siano dotate di un circuito performante e in grado di erogare sempre in maniera costate.
Riguardo al primo punto posso già dirvi che nonostante la casa produttrice dichiari che la box accetta resistenze da 0,10 a 2,5 ohm il range effettivo di lavoro della Asmodus Minikin 2 va da 0,07 a 2,8 ohm.
Legge anche resistenze da 0,05 ma non le attiva per un sistema di blocco inserito nel circuito.
Proprio sul circuito si focalizza il secondo punto all’ordine del giorno.
LaAsmodus Minikin 2 monta un circuito GX-180-HT che lavora decisamente molto bene.
La box infatti eroga in maniera costante e continua dal 100% al 30% della carica delle batterie, per poi iniziare l’inevitabile declino a cui tutte le box sono soggette.
Il bello però è che che per giungere a questo livello sono necessarie diverse ore di svapo costante, ad alti wattaggi e con resistenze spinte.
Giusto per rendere chiaro il concetto possiamo fare esempi sulle nostre prove:
Con resistenza da 0,08 ohm in acciaio su Goon e 120 watt costanti, abbiamo un’autonomia di almeno 12 ore; mentre con un Griffin 25 addobbato con una resistenza da 0,28 ohm in Kantal A1 e 80 watt costanti abbiamo un autonomia di 2o ore circa.
Si narra di persone che non superando i 50 watt e non scendendo su tank al di sotto dei 0,30 ohm, abbiano ottenuto una durata di due giorni.
Questo perchè il circuito è l’evoluzione di quello usato sulle box precedenti e frutto del lavoro certosino di ingegneri che ne hanno aumentato le capacità di erogazione mantenendo i pregi di durata delle precedenti versioni.
Materiali Asmodus Minikin 2
La box è di pregevole fattura e disponibile in diverse varianti che ne cambiano completamente la sensazione al tatto.
Si passa da una finitura in acciaio spazzolato, che vanta caratteristiche da moto cromata, a sgargianti plastiche colorate che si adattano sia alla borsetta di una ragazza che alla 24 ore del manager in carriera.
Infine trova posto una finitura nera gommata che al tatto si presenta incredibilmente piacevole, una scelta raffinata che però richiede più cura delle altre versioni purtroppo.
La forma si adatta ad atom al massimo da 25mm, misure superiori farebbero sbordare l’atom dalle scanalature frontali che caratterizzano questa box.
Per concludere la descrizione estetica di questa box menzioniamo il coperchio del vano batterie.
La Asmodus Minikin 2 monta due batterie da 18650 e il vano si chiude con un aggancio a magneti comodo e saldo nella sua sede.
Per come è costruito non c’è possibilità che durate un normale utilizzo si sganci in autonomia.
Su di esso trova posto il logo della Asmodus.
Il touch screen – serve davvero?
Punto di forza e caratteristica peculiare della Asmodus Minikin 2 è senza ombra di dubbio il Touch Screen piccolo ma, contrariamente a quello che si può pensare, estremamente funzionale.
A parte il tasto di svapo su questa mod Amodus non sono presenti altri tasti e tutte le funzioni sono delegate al touch che si sblocca scorrendo il dito dall’alto verso il basso per tutta la lunghezza dello schermo.
Una volta sbloccato possiamo toccare in centro schermo per aumentare e diminuire watt e la temperatura o in basso per scorrere nel menù.
Ogni volta che si oscura lo schermo o che confermeremo un operazione si attiverà il blocco automatico e sarà quindi necessario risbloccarla con uno swipe.
Se questa funzione, specialmente all’inizio durante la fase di smanettamento e scoperta, risulta frustrante nell’uso quotidiano si rivela pratica ed essenziale, onde evitare che si possano cambiare le impostazioni in maniera accidentale.
Se pensate che non sia pratico e siete da sempre abituati ai pulsanti vi ricrederete in fretta, questo touch è estremamente funzionale e pratico.
Infatti una volta eseguite le prime prive e deciso il setting che volete utilizzare non c’è un reale utilizzo del menù di setting che con l’accortezza del rapido blocco automatico eviterete di attivare accidentalmente.
A schermo potrete trovare tutte le informazioni a cui siamo abituati come amperaggio in utilizzo, volt erogati, watt impostati, numero di puff e valore della resistenza.
Trova anche posto un indicatore della carica residua delle batterie separato per batteria e abbastanza preciso da segnalare anche il calo durante lo svapo.
Il chip della V2
A questo punto è ora di andare a vedere in pratica cosa offre la Asmodus Minikin 2 in termini di svapo.
Innanzitutto il firmware è aggiornabile, e con il primo aggiornamento avremo un nuovo set di temperature preimpostate per materiali e niente di più purtroppo: un aggiornamento serenamente evitabile.
Per quello che riguarda il normale utilizzo troviamo naturalmente la possibilità di utilizzare la box in variwatt cambiando in scatti decimali da 5,00 W a 99,9 W per poi passare a scatti da 1 W da 100 a 101;
Abbiamo anche la possibilità di utilizzare la modalità TCR a controllo della temperatura con indicazioni preimpostate per la tipologia di materiale, nichel, titanio e due tipi di acciaio.
È anche prevista la modalità TFR con scatti di temperatura preimpostabili per ottenere in base al materiale la resa ottima voluta.
Questa modalità è frutto degli smanettoni di software come Escribe e delle loro richieste, cosi come la modalità Curve che si rivela essere davvero molto interessante.
In vari watt, o power che dir si voglia, troviamo anche la modalità Curve.
Questa ci permetterà di impostare incrementi di temperatura in lasso di tempo variabile per ottenere appunta una curva di sollecitazione del filo ottimale.
Possiamo per esempio impostare uno spicco maggiore per poi ottenere un effetto rilassato, utile se per esempio usiamo un Kantal o una Clapton che hanno tempi di attivazione maggiori.
Al contrario possiamo impostare un preriscaldamento lento e uno spicco maggiore dopo il primo secondo, utile in caso di fili di acciaio.
Troviamo anche un altro paio di opzioni interessanti, la prima è un check forzato della coil inserita, che vi permetterà di verificare correttamente la resistenza che avete fatto.
Infatti la box rileva i cambi di temperatura dovuti al riscaldamento del filo e non è inusuale quindi vedere la resistenza che varia durante l’utilizzo.
Sempre tramite il menù di check potrete anche impostare un valore fisso e bloccato della resistenza, qualora vogliate che essa non vari mai e che venga considerata poco più alta o poco più bassa. Questo lock ha utilità sopratutto durante l’utilizzo del TCR.
Infine abbiamo anche la possibilità di cambiare la luminosità e di resettare il numero dei puff.
Proprio nel menu riguardante i puff la Asmodus Minikin 2 offre la possibilità di stabilirne un valore predefinito massimo che consentirà alla box di bloccarsi una volta raggiunto il limite.
Immaginiamo sia per quegli svapatori convulsivi che vogliono auto moderarsi anche se ci sembra una funzione superflua essendo possibile resettarli semplicemente, causa anche l’assenza di un blocco.
Il setup ideale della Minikin 2
Abbiamo già ampiamente detto che la Asmodus Minikin 2 è una box estremamente versatile e in grado di adattarsi alle esigenze di tutti, ma ci teniamo a ribadire come sia piacevole nel quotidiano sia abbinata a un Tank da 25 che a un dripper.
Con il secondo trova una nuova e ridotta dimensione compatta che vi stupire per maneggevolezza e versatilità.
Opera al top, trovando un connubio perfetto tra durata di batterie e soddisfazione, con un Giffin 25 Plus Top Airflow su cui abbiamo montato una resistenza da 0,28 ohm in Clapton Alien fatta con Kantal e cotone Cotton Bacon, per un utilizzo tra i 75 e i 90 watt.
Ciò non di meno è davvero piacevole da utilizzare con un Goon 24mm con filo in acciaio SS316L da 0,51 con 5 spire su punta da 4mm e Kendo Gold. Si otterrà dopo la cotonatura una resistenza da 0,14 ohm che esprimerà il suo pieno potenziale di vapore e flavour a 100 W senza inficiare troppo sulla durata delle batterie.
Pro e contro
Non è facile stabilire con una recensione un valore assoluto che determini la qualità di una box in termini di pro e contro, questo perchè non è detto che chi legge abbia le stesse opinioni di chi scrive. Esistono però dei dati certi imprescindibili e che esulano dalle opinioni personali. Saranno proprio questi ultimi che cercheremo di valutare.
A favore della Asmodus Minikin 2 possiamo serenamente dire che il peso e le dimensioni ridotte la rendono versatile per l’uso quotidiano e adatta a uscire di casa e ad accompagnarci nella nostra giornata.
Anche i materiali, sia che decidiate per la plastica o l’acciaio sono molto piacevoli al tatto e adatti alla quotidianità di chiunque. Forse la gomma in questo pecca, infatti essa predilige la sensazione che dona al tatto e sacrifica conseguentemente la resistenza ai graffi.
Sicuramente un altro punto di forza è la durata dell’autonomia ottenuta grazie al circuito GX-180-HT che fa si che l’autonomia, per essere una box a due batterie sia davvero ragguardevole. Uno svapo “tranquillo” a wattaggi medi vi permetterà di raggiungere serenamente la fine della giornata.
Ci preme ricordarvi che per quanto sia presente una porta frontale microusb sia meglio effettuare la carica con un caricabatterie esterno, questa regola vale per la Asmodus Minikin 2 cosi come per tutte le altre box che hanno batterie amovibili.
Si ricaricano tramite cavo infatti solo quelle box che hanno una batteria integrata, questo perchè i circuiti non appositamente progettati mal gestiscono una carica esterna in accumulo nelle batterie.
Esteticamente è valida in ogni caso, sia che montiate un tank importante come un Griffin 25 o un TVF8, sia che l’accompagnate a un dripper come lo Tsunami o il Goon.
Per contro abbiamo poco da dire in fondo, personalmente non abbiamo gradito il fatto che, quando la batteria scende sotto il 30%, scenda anche la capacità di erogazione, ma per esperienza personale questo avviene in tutte le box, indipendentemente dal circuito montato, fatta esclusione ovviamente per il famoso DNA che però ha prezzi ben differenti.
La versione gommata è davvero molto piacevole peccato che si rovini con una facilità estrema, cosa che infastidirà non poco i puristi e i collezionisti, oltretutto, essendo in gomma impedisce l’utilizzo di wrap che si rivelano sempre un ottimo espediente per ovviare ai danni da normale utilizzo.
Il sistema di aggiornamento del firmware della Asmodus Minikin 2 permette anche di impostare la modalità Curve in modo ancora più semplice, peccato che, nel 2017, ancora sia solo presente il programma per farlo compatibile solo con Windows.
Sarebbe utile strizzare l’occhio al nuovo millennio e cominciare a considerare anche Mac e Linux, magari anche per accaparrarsi una fetta di utenza maggiore.
Il prezzo poi è un aspetto controverso di questa Asmodus Minikin 2: essendo un modello non proprio di primo pelo il sito del produttore e i maggiori distributori hanno tarato il costo aggirandosi in cifre che variano da 80 a 90 euro. Quello che non capisco è come i negozi fisici non si adeguino e continui a proporre la box a 120 euro circa inficiandone infine la diffusione che meriterebbe.
Le considerazioni finali
Abbiamo testato l’Asmodus Minikin 2 sotto diversi aspetti, con diversi setup e atom e per diverso tempo prima di deciderci a esprimere un giudizio, che comunque è sempre frutto delle sensazioni e opinioni di chi scrive e non un valore assoluto.
Possiamo dire che questa è una box favolosa e dal prezzo contenuto, (si parla di meno di 90 euro online) e dalle prestazioni davvero notevoli.
Il circuito eroga molto bene e in maniera costante per molto tempo, e la forma della box si adatta a qualsiasi atom o dripper di dimensioni inferiori ai 25 mm, ossia la maggior parte.
Inoltre sono presenti feature interessanti e particolari come il Touch Screen che si rivela valido nel quotidiano.
Articolo molto interessante, mi piacerebbe, se possibile, trovare un manuale in italiano per poter utilizzare al meglio le varie funzioni spaziali di questa box
Grazie